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Quante ore trascorriamo della nostra giornata in ufficio? Quante volte, proviamo delle sensazioni non facilmente identificabili che ci fanno sentire stanchi, poco motivati, in qualche modo non appagati, in qualche modo sopraffatti? Si stima che nell’arco di un anno si lavorano almeno 2.000 ore che mediamente trascorriamo in un luogo forse adeguato a svolgere le funzioni lavorative, ma probabilmente non a misure delle esigenze umane del lavoratore. Bisogna portare la tua attenzione alla relazione invisibile che si instaura tra la persona e il luogo.
Interazione uomo – ambiente
I bisogni, i desideri, l’identità e l’essenza dell’uomo non si formano unicamente nell’interazione fra le persone, nella socialità e nei legami che inevitabilmente si vengono a formare durante l’arco della vita, ma altrettanto fondamentale nella formazione, nella maturazione e nel cambiamento dell’identità dell’uomo è l’interazione tra l’individuo e il luogo (o i luoghi) con cui esso entra in contatto.
Tutto questo costituisce una relazione invisibile, che richiama e attiva i nostri sensi, influenza i nostri comportamenti, il nostro stile di vita, le relazioni, il dialogo, le scelte alimentari e molto, il nostro sistema biologico. Il nostro umore, benessere, successo, produttività è strettamente legato al FATTORE AMBIENTALE (fattore A), questo è responsabile di alterazioni, disturbi, malessere, pertanto è necessario integrare l’approccio progettuale dei luoghi di lavoro (luoghi di vita), al significato di luogo fisico come un mezzo per trasferire i valori aziendali, per aumentare il senso di appartenenza all’azienda, migliorare l’aggregazione, lo scambio e contribuire a garantire un sano equilibrio psico-fisico, investendo per integrare – ove possibile – spazi adeguati alle pause, allo sport, ai bambini e ad altre esigenze che rappresentano la componente umana del lavoro.
I dati raccontano che le cattive abitudini di vita, lo stress, la sedentarietà stanno arrecando danni alla salute fisica ed emotiva delle persone, quindi oltre cura della persona attraverso l’adozione di piano welfare, l’attenzione all’ambiente di lavoro costituisce una grande opportunità di crescita per le organizzazioni. In questo scenario di radicale e continuo mutamento, credo sia importante investire nella la cultura d’impresa partendo dalla consapevolezza che lo spazio interpreta e comunica in maniera molto potente.
Lo spazio fisico dunque influisce sulle persone. Lo spazio determina reazioni di tipo biologico, in quanto il modo in cui percepiamo determina una risposta neurologica.
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Nel processo percettivo vi è una gerarchia delle fasi fisiologiche, che inizia con le sensazioni e prosegue con le risposte motorie fino ad attivare le aree del cervello predette alla produzione degli ormoni della felicità. Grazie alle recenti tecnologie si è riusciti a comprendere di più il mondo dei sistemi neurologici restituendoci immagini sul funzionamento del cervello in relazione al tema delle percezioni, emozioni, dando manforte alla connessione tra benessere e spazio architettonico.
E dimostrando come il sistema dei neuroni specchio si attivi non solo attraverso la visione o il compimento di un’azione, ma anche attraverso gli odori, osservando emozioni provate da altri, non si limita al senso della vista, ma procede anche attraverso il tatto, l’olfatto. Lo spazio intorno a noi è pieno di oggetti, che si toccano senza alcun coinvolgimento animato, si potrebbe osservare una pigna che cade in un prato, come la temperatura della scrivania, attivando quella che si definisce simulazione incarnata (neuroni specchio). In altre parole, nel percepire un’opera d’arte, un ufficio, ecc. simuliamo le forme, i colori le proporzioni creando una relazione empatica che processa reazioni fisiologiche attivando zone del cervello addette ai circuiti sensori-motori, emotivi ed edonici.
Ogni contesto richiede l’applicazione di una metodologia organizzativa e funzionale specifica, che tenga conto di mission, valori, tipologia di collaboratori – con le loro particolari aspirazioni – e di ambiente di lavoro. Bisogna creare un ambiente positivo per viverlo appieno; affinché un ambiente asettico acquisisca significato, è necessario coinvolgere le emozioni.