Come CEO di Diluculum, che detiene una quota di partecipazione in The Blue Planet, la società proprietaria del marchio Airlite — tecnologia ideata dall’Ing. Massimo Bernardoni — mi trovo spesso a riflettere su come innovazioni semplici possano generare un grande impatto. Quando parliamo di qualità dell’aria e sostenibilità ambientale, pensiamo subito a impianti di filtraggio, ventilazione meccanica o purificatori stand-alone.
Ma mi sono chiesto: e se bastasse una semplice mano di pittura per trasformare una parete in un vero e proprio purificatore naturale?
È questa la promessa di Airlite, una pittura italiana che utilizza la fotocatalisi per neutralizzare inquinanti e batteri, contribuendo allo stesso tempo a migliorare il comfort termico degli edifici. In questo articolo voglio esplorare il potenziale di questa tecnologia, il suo ruolo nella rigenerazione degli ambienti interni ed esterni e le sue implicazioni per imprese, progettisti e decisori pubblici.
Attenzione alla qualità dell’aria
La crescente attenzione alla qualità dell’aria — sia all’esterno che nei luoghi chiusi — è ormai un imperativo per la progettazione urbana e per l’edilizia. Le emissioni di ossidi di azoto (NOx), composti organici volatili (VOC), la presenza di batteri, muffe e odori persistenti rappresentano sfide che non possono più essere affrontate solo con i metodi tradizionali. Ed è in questo contesto che entra in scena Airlite, una tecnologia funzionale che propone di trasformare le superfici architettoniche in elementi attivi di purificazione ambientale.
Come funziona Airlite
La tecnologia si basa su un rivestimento contenente biossido di titanio (TiO2) che, attivato dalla luce — naturale o artificiale — innesca un processo che è in grado di decomporre sostanze inquinanti presenti nell’aria come NOx, SOx, benzene, formaldeide e altri composti organici volatili. Allo stesso tempo, la pittura ostacola la formazione di muffe e batteri sulle pareti e migliora la riflettanza solare e termica della superficie, contribuendo al comfort interno e alla riduzione dei consumi energetici. Tra i vantaggi dichiarati: riduzione dell’inquinamento interno fino all’88,8% in ambienti chiusi.
Applicazioni e implicazioni per l’edilizia e la rigenerazione urbana
Nel mio ruolo in Diluculum mi trovo spesso a valutare tecnologie che oltrepassino la semplice «funzione estetica» e si inseriscano come elemento attivo nell’edificio e nel suo contesto urbano. Airlite propone proprio questa prospettiva: non è solo pittura, ma «infrastruttura ambientale». In contesti di rigenerazione urbana, pensiamo a facciate di edifici esistenti (scuole, ospedali, spazi pubblici) ove l’applicazione può generare un triplice effetto positivo: miglioramento della qualità dell’aria, riduzione dei costi di manutenzione (grazie alla finitura che respinge sporco e previene la formazione di muffe) e riqualificazione delle aree più degradate.
Per esempio, la tecnologia è stata scelta in progetti internazionali e in iniziative urbane dove il tema dello smog e dell’efficienza energetica era centrale. Dal punto di vista del potenziale, ogni metro quadro trattato con Airlite può essere considerato come «un albero in più», metaforicamente parlando, nel processo di abbattimento degli inquinanti.
Considerazioni per le imprese e i progettisti
L’integrazione di tecnologie come Airlite richiede una valutazione che tocchi vari ambiti:
- Valore ambientale e comunicazione: poter dichiarare che un edificio contribuisce attivamente alla purificazione dell’aria è un elemento distintivo, in un mercato sempre più orientato verso ESG e sostenibilità.
- Certificazioni e normative: Airlite è conforme a schemi internazionali come LEED, WELL e BREEAM.
- Costi e benefici: la pittura ha un costo paragonabile a una buona qualità della pittura tradizionale, stando ai dati forniti, e può comportare risparmi in termini di manutenzione e raffrescamento ambientale.
Sfide e spunti per il futuro
Per gli operatori del settore è fondamentale comprendere che la vera innovazione non è solo la tecnologia in sé, ma la sua integrazione nel processo progettuale, nel lifecycle dell’edificio e nel modello di business. In questo senso, la pittura-purificatore rappresenta un nuovo paradigma: l’elemento passivo che svolge una funzione attiva.
Conclusione
Ritengo che soluzioni come Airlite possano contribuire a ridefinire i confini tra involucro edilizio, qualità ambientale e performance urbana. Non è più sufficiente progettare edifici “rispettosi dell’ambiente”: l’obiettivo oggi è progettare edifici che attivamente migliorino l’ambiente.
La vera sfida è collegare innovazione tecnologica, sostenibilità e concretezza economica in un mix win-win per città, operatori e cittadini. In questo contesto, la tecnologia Airlite rappresenta un esempio concreto e stimolante di come un materiale apparentemente semplice possa giocare un ruolo cruciale nella transizione ambientale dell’edilizia.