Il tecnico veterinario ha, come ogni professionista che lavora in ambito sanitario una divisa, calzature specifiche e un “dress code” da seguire. Che abbigliamento serve per la professione? Qual è davvero la seconda pelle del tecnico? 

Come ogni persona che lavora in ambito sanitario, anche il tecnico veterinario è tenuto a seguire delle regole per quanto riguarda l’abbigliamento. I veterinari, solitamente, indossano il camice, i tecnici invece portano il “green” o “scrub”, la terminologia ha radice anglofona ed è stata adottata anche in Italia. Troviamo quindi un completo composto da: casacca, punto bonus se in tinta con i pantaloni e raffigurante animali di sorta. Le calzature invece devono essere antinfortunistiche. Spesso, inoltre, si consiglia di usare calze a compressione per consentire una buona circolazione anche nelle zone periferiche del corpo. Finito qui? Assolutamente no. 

I tecnici, oltre al fonendoscopio, hanno un accessorio fondamentale, dal quale non si separano mai. Provate a indovinare quale… il marsupio sanitario. Ebbene sì, il marsupio è il nostro più fedele alleato. Cosa si trova all’interno? Premetto che ogni persona sceglie delle aggiunte da inserire, in linea generale però c’è sempre: un termometro, una forbice bottonuta, una pinza Klemmer, diverse penne, una matita, un pennarello indelebile, un cancellino a nastro, una gomma, del nastro adesivo, fazzoletti, trita compresse, post-it adesivi e un sacchetto per raccogliere i bisogni dei pazienti, quando li si sposta dalla degenza per portarli in passeggiata e infine, qualche spicciolo per la macchinetta del caffè. 

Per noi tecnici inoltre è fondamentale la cuffietta. Questa è la vera protagonista quando si parla di entrare in sala operatoria, ne esistono di diversi tipi e con infinite fantasie. In sala, oltre alla cuffietta si hanno dei calzari appositi, che non vengono indossati all’esterno, i copriscarpe, il camice, i guanti e la mascherina.  

Sveliamo ora un segreto. Oltre questi due ambienti ne esiste un terzo, a cui molte persone non pensano. La sala infettivi. Questa sala solitamente comprende la degenza per gli animali che hanno contratto malattie contagiose. Come si può entrare e uscire da questo spazio senza portare in giro virus e batteri pericolosi? Anche qui la risposta è l’abbigliamento. Immaginiamo che la sala infettivi e il resto della clinica sia diviso da una striscia di nastro adesivo.

Oltre quel nastro, nulla che è entrato può uscire senza aver seguito un protocollo di sterilizzazione. I calzari che si trovano nella sala infettivi sono spesso in condivisione, ci sono delle ciabatte che lo staff utilizza per entrare in questo spazio. Il camice usa e getta, i guanti usa e getta e la cuffietta sempre usa e getta.  

Veterinary Technician Attire 

The veterinary technician, like all healthcare professionals, is required to wear a standardized uniform, specific protective footwear, and adhere to an established dress code. What attire is essential for the profession? What truly constitutes the technician’s “second skin”? 

As with all personnel operating in the healthcare environment, veterinary technicians must comply with precise regulations regarding professional attire. Veterinarians typically wear a clinical lab coat, whereas technicians generally wear medical “greens” or “scrubs,” terminology of Anglo-Saxon origin now widely adopted in Italy. This uniform usually includes a top—ideally coordinated with the trousers and often featuring animal-themed patterns. Footwear must be certified for occupational safety (antislip and anti-perforation). The use of graduated compression stockings is also frequently recommended to promote adequate peripheral venous circulation. Is this all? Absolutely not. 

In addition to the stethoscope, technicians rely on one indispensable accessory, one they never part with: the clinical utility pouch. Indeed, the pouch is our most reliable ally. What does it contain? Although each professional may personalize its contents, it typically includes: thermometer, blunt-tipped bandage scissors, a Klemmer hemostatic clamp, multiple pens (at least two), a pencil, a permanent marker, adhesive labeling tape, an eraser, medical adhesive tape, tissues, a tablet crusher, adhesive notes, and a waste collection bag for patients when they are taken out of their hospitalization area for walks. And finally, a few coins for the coffee machine. 

Another essential item for technicians is the surgical cap. This becomes the key element upon entering the operating theatre. Surgical caps come in various designs and countless patterns. Within the operating room, in addition to the cap, personnel must wear dedicated shoe covers (not to be used outside the sterile area), overshoes, a sterile surgical gown, gloves, and a face mask. 

Now let us reveal a lesser-known detail. Beyond these two areas lies a third one, often overlooked: the infectious disease isolation ward. This unit typically houses animals diagnosed with communicable or high-risk infectious diseases. How can one safely enter and exit this area without disseminating hazardous pathogens?

Once again, the answer is protective attire. Imagine a strip of adhesive tape marking the boundary between the isolation ward and the rest of the clinic: nothing that crosses into this space may leave without undergoing a proper decontamination protocol. Footwear within the isolation ward typically consists of shared dedicated isolation clogs used exclusively in that area. Personnel must also wear a disposable isolation gown, single-use gloves, and a single-use surgical cap 

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