
La differenza tra un’azienda che arranca e una che domina il mercato non è questione di budget, né di fortuna, ma è la capacità di gestire il flusso delle cose, con organizzazione.
Gli imprenditori che contano non corrono mai; sanno esattamente quando accelerare, quando fermarsi e, soprattutto, dove e quando delegare.
E i più astuti non si perdono neanche in processi burocratici talvolta ingestibili, bensì sfruttano gli strumenti messi a disposizione dalle federazioni e dagli enti bilaterali per snellire processi, accedere a professionisti qualificati e liberare risorse preziose. Quel che sembra un semplice risparmio di fatica, in realtà, è la leva che spalanca le porte all’innovazione e che permette alle imprese di accelerare.
Il ritmo del successo
Mentre la maggior parte delle PMI affonda nel quotidiano – contratti che non partono, adempimenti fiscali, ricerche di mercato – le aziende leader hanno imparato a trasformare queste necessità in automatismi. Come? Affidandosi a strumenti condivisi. Le federazioni di settore offrono piattaforme non solo per la formazione del personale ma anche modelli contrattuali, servizi di consulenza, agevolazioni finanziarie, analisi aggiornate delle tendenze e innovazioni del mercato, accesso a bandi governativi e agevolazioni sempre aggiornate. Un imprenditore lungimirante non spreca 300 ore all’anno a rincorrere un commercialista: usa i servizi dell’ente bilaterale e impiega quelle ore per sviluppare un nuovo business.
Delegare per Espandere
Un’azienda che ha il controllo sa quanto i dipendenti dedicano alle varie attività di competenza ma raramente aderisce ad un ente bilaterale che fornisce strumenti ed agevolazioni per la gestione del benessere dei dipendenti a partire dal welfare, e di conseguenza liberano spazi temporali per affrontare altre tematiche lavorative e priorità con i conseguenti vantaggi.
Gli enti bilaterali non sono semplici fornitori di servizi: sono moltiplicatori di efficienza. Chi li ignora, resta schiacciato dall’urgenza; chi li usa, trasforma il risparmio operativo in crescita.
Esistono degli strumenti che creano spazio e sono:
- Formazione centralizzata: invece di organizzare corsi interni, si attingono programmi finanziati dalle associazioni di categoria.
- Bandi e incentivi: team dedicati negli enti bilaterali segnalano opportunità su misura, evitando mesi di insuccesso che siano legati a ricerche infruttuose o a cattivi consiglieri.
- Reti di consulenza: avvocati, esperti di export e digitalizzazione sono già a disposizione, con tariffe calmierate.
“Faccio prima io” spesso è letale per le aziende!
La diffidenza verso federazioni ed enti bilaterali nasce spesso dall’ignoranza. È il primo sintomo di un’azienda destinata a stagnare.
Essere in una federazione e versare contributi ad un ente bilaterale è sì un costo, fin quando scopri che l’ente bilaterale quei denari non solo te li rende ma li moltiplica attraverso tutti gli strumenti propri dell’ente stesso, allora ti rendi conto di aver fatto un piccolo investimento rispetto ai benefici ricevuti.
E quindi comprendi per la prima volta il significato di “efficienza” e di conseguenza la nascita di nuove opportunità di mercato.
Perché liberarsi del superfluo non serve solo a respirare, serve a correre.
E la conferma va chiesta a chi ha utilizzato i servizi di internazionalizzazione della sua Federazione per entrare in nuovi mercati esteri, oppure a chi ha usato l’ente bilaterale per dirimere le questioni sindacali all’apparenza scottanti, e molto altro si potrebbe scrivere.
Il “tempo” risparmiato?
Lo ha impiegato per una nuova collaborazione aprendo un mercato inesplorato.
Le aziende che prosperano in questo decennio non sono quelle con più dipendenti o più capitale ma quelle che sanno trasformare il “lavoro” in modelli organizzati perché deve essere chiaro, non esiste crescita senza ordine, ovvero riducendo sprechi in ogni accezione del significato stesso della parola.
Gli strumenti ci sono, spesso a costi irrisori. La differenza la fa chi li riconosce non come opzione ma come l’unica via per trasformare e risparmiare “tempo”, e non solo.