Trovarsi sommersi dai debiti può essere un’esperienza angosciante. Le rate del mutuo, le bollette, i finanziamenti si accumulano, mentre il reddito non basta più a coprirli. Ci si ritrova così in una spirale inarrestabile, spesso in silenzio e nella solitudine. In molti casi si è tentati di ignorare il problema, fare altri debiti per pagare quelli precedenti o affidarsi a soluzioni improvvisate. Ma la verità è che una via legale e sostenibile esiste.

Dal 2012 la legge italiana prevede strumenti concreti per aiutare chi non riesce più a ripagare i propri debiti. Che si tratti di un privato cittadino, un lavoratore autonomo o una piccola impresa, il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza offre una possibilità reale di ricominciare. L’informazione corretta è il primo passo. Capire le proprie opzioni, conoscere i propri diritti, agire con consapevolezza. Questo articolo ti spiega come uscire dalla crisi e riprendere il controllo. 

Esposizione del problema

Il sovraindebitamento non è un errore di pochi: può colpire chiunque. Una malattia improvvisa, la perdita del lavoro, un divorzio o semplicemente l’aver garantito un prestito per qualcun altro: basta poco per perdere l’equilibrio finanziario. Le conseguenze sono pesanti: stress psicologico, isolamento, rischio di pignoramenti, difficoltà a mantenere la propria casa o la propria attività. Quando i debiti superano la capacità reale di rimborso, non si tratta più solo di conti, ma di dignità e futuro.

Molti, però, non conoscono le soluzioni a disposizione. Non sanno che la legge prevede forme di tutela per i soggetti in difficoltà economica, con percorsi chiari e regole precise. Questo vuoto informativo spinge le persone a rimandare, aggravando ulteriormente la propria condizione. Ma affrontare il problema per tempo fa davvero la differenza. 

Esposizione della soluzione

Il primo passo per uscire dal sovraindebitamento è sapere che la legge ti tutela. Dal 2012, grazie alla Legge 3/2012 (oggi integrata nel D.Lgs. 14/2019 – Codice della Crisi), chi si trova in una situazione di squilibrio economico persistente può accedere a procedure legali per ristrutturare o cancellare i propri debiti. Le soluzioni sono quattro: 

1. Piano di Ristrutturazione dei Debiti del Consumatore 
Rivolto a persone fisiche che hanno contratto debiti per motivi personali. Non serve il consenso dei creditori. Il debitore propone un piano di rimborso sostenibile basato sulle proprie entrate. Un esperto nominato dal Tribunale (OCC) valuta la proposta, e se il giudice la approva, i creditori non possono più agire legalmente. Il debitore può così mantenere la casa e pagare rate più leggere. 

2. Concordato Minore 
Per piccoli imprenditori, ex titolari di partita IVA o professionisti. In questo caso serve l’approvazione della maggioranza dei creditori (50%+1). Il piano può prevedere pagamenti dilazionati, parziali, o una combinazione dei due. Se omologato dal giudice, blocca le azioni esecutive in corso e consente la continuità dell’attività. È utile per chi vuole risolvere la crisi senza liquidare tutto. 

3. Liquidazione Controllata del Patrimonio 
Per chi non può più sostenere il peso dei debiti e decide di mettere a disposizione tutti i propri beni. Il Tribunale nomina un liquidatore che vende il patrimonio del debitore e distribuisce il ricavato ai creditori. Al termine, si può richiedere l’esdebitazione dei debiti residui. Una scelta difficile, ma spesso necessaria per azzerare la situazione e ripartire. 

4. Esdebitazione del Debitore Incapiente 
Pensata per chi non ha né beni né reddito. Il giudice, una sola volta nella vita, può decidere di cancellare completamente tutti i debiti se riconosce che il debitore ha agito in buona fede e non ha possibilità reali di rimborso. È una misura estrema ma salvavita, pensata per reinserire nel circuito economico chi altrimenti resterebbe ai margini. 

Come accedere a queste soluzioni? 

Serve rivolgersi a un Organismo di Composizione della Crisi (OCC). Il debitore deve raccogliere i documenti che attestano la propria situazione economica, presentare la richiesta e attendere la nomina del gestore, che guiderà il processo. Tutto è supervisionato dal Tribunale, che omologa le procedure. È fondamentale evitare scorciatoie e affidarsi a professionisti qualificati. I costi sono contenuti e parametrati alla reale possibilità economica del debitore. 

Conclusioni

Il sovraindebitamento non è una vergogna. È una condizione prevista dalla legge, per la quale esistono soluzioni concrete e accessibili. Ma è essenziale agire in fretta. Rimandare peggiora la situazione, limita le opzioni e aumenta i rischi. 

Grazie agli strumenti introdotti dalla Legge 3/2012 e oggi pienamente operativi nel Codice della Crisi, nessuno è più davvero solo davanti ai propri debiti. Quello che serve è riconoscere il problema, informarsi, scegliere la via più adatta con il supporto di esperti. 

Uscire dai debiti non è facile, ma è possibile. E significa molto di più che sistemare dei numeri: significa recuperare la tranquillità, la fiducia in sé stessi, la capacità di guardare al futuro con serenità. 

Se ti trovi in difficoltà, inizia da qui: informati, chiedi aiuto e fai il primo passo. La legge è dalla tua parte. Basta conoscerla. 

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