
La parola “creatività” viene dal latino creare, cioè “dare vita, generare”. Non indica soltanto l’atto di inventare qualcosa di nuovo, ma anche la capacità di trasformare, di dare forma a ciò che ancora non esiste, unendo parti diverse in modo inaspettato. Non è un talento per pochi, ma una facoltà umana essenziale: attraversa il pensiero, l’immaginazione, il corpo e l’ascolto. È un intreccio vivo tra deduzione e intuizione, tra ragione e sentimento.
Spesso si pensa che la creatività sia l’opposto della disciplina. In realtà, è proprio nel dialogo tra precisione e libertà, tra rigore e apertura, che essa nasce davvero. Un po’ come in musica: l’improvvisazione non è improvvisazione perché “non si sa cosa fare”, ma perché nasce da una conoscenza così profonda dello strumento, della tecnica, del linguaggio musicale, da potersi permettere libertà. Nulla è lasciato al caso, anche quando sembra.
Anche nel pensiero, la creatività nasce da un equilibrio sottile. Da un lato, c’è il pensiero divergente, che immagina, esplora, rompe schemi. Dall’altro, il pensiero convergente, che seleziona, organizza, mette in forma. Nessuno dei due basta da solo: la mente creativa sa perdersi, ma anche ritrovarsi; sa aprirsi e poi costruire senso.
Un esempio particolarmente significativo può essere quello del brano “The Crisis”, tratto dalla colonna sonora di “La leggenda del pianista sull’oceano” (1998), diretta da Giuseppe Tornatore e musicata da Ennio Morricone, che per quest’opera vinse il Golden Globe nel 2000. In un primo momento una nota sembra stonata, incongruente, fuori posto.
Eppure, man mano che la composizione si sviluppa, l’intera armonia si dispone intorno a quella nota, come a proteggerla, valorizzarla. Quella che sembrava un errore diventa fondamento. È un gesto musicale che incarna il cuore della creatività: accogliere l’imprevisto e farne un nuovo significato.
E questo non resta confinato alla musica o all’arte. Proviamo a pensare a quando affrontiamo un imprevisto e troviamo un modo nuovo per agire, a quando diciamo qualcosa con parole diverse, a quando scopriamo bellezza in ciò che sembrava abitudine. È un risveglio: vedere il nuovo nel già noto, riconoscere valore in ciò che a volte troppo spesso ignoriamo.
Pensare creativamente
Pensare creativamente non significa evadere dalla realtà, ma stare dentro la complessità con occhi rinnovati. Significa tessere ragione e sentimento, tecnica e libertà, memoria e desiderio. È una pratica discreta, che vive nel gesto dell’ascolto, dei silenzi e delle pause, come in una partitura.
In ogni atto creativo c’è un accordo sottile tra differenze. Mente e cuore o meglio, ragione e sentimento, imparano a camminare insieme. La creatività emerge quando ci mettiamo all’ascolto di ciò che non ha ancora una forma, di ciò che ancora non immaginiamo, a cui ci permettiamo di dare vita.
“La musica è invadente come un ricordo. Non chiede permesso per entrare.” — Ennio Morricone.