
L’analisi dei dati più recenti evidenzia una drastica riduzione dell’erogazione di credito da parte delle banche italiane verso le imprese. In uno scenario sempre più complesso e selettivo, le possibilità alternative di finanziamento sono poche, soprattutto per le aziende di piccole dimensioni. La continua chiusura degli sportelli fisici ha ridotto la conoscenza diretta delle imprese, sostituita da valutazioni sempre più numeriche, basate su indicatori di bilancio.
Il rischio è che le banche, divenute grandi e distanti, abbandonino le PMI al loro destino. I processi di fusione e concentrazione aumentano ulteriormente questo rischio, mentre gli interventi regolatori faticano ad arginarlo. Il problema, tuttavia, è più ampio e radicato e riguarda l’intero sistema di accesso al credito in Italia, sempre più inaccessibile, e oggi diventato una vera e propria emergenza nazionale per il nostro tessuto produttivo.
ESPOSIZIONE DEL PROBLEMA
Le banche italiane, pur rafforzatesi patrimonialmente, hanno ridotto l’erogazione alle imprese, soprattutto quelle più piccole. Le dimensioni ridotte e la fragilità patrimoniale delle PMI italiane rendono difficile per loro ottenere credito in un mercato dei capitali arretrato. L’unica parentesi positiva si è avuta tra il 2020 e il 2022, grazie alle garanzie pubbliche introdotte durante la pandemia.
Oggi, invece, l’innalzamento dei tassi, l’entrata in vigore di Basilea 3 e la revisione delle garanzie hanno ristretto ulteriormente l’accesso ai finanziamenti. Le banche, in assenza di solidi rating, impongono garanzie elevate, escludendo molte aziende, in particolare le start up. A fronte dell’incertezza economica, restare isolati può compromettere la sopravvivenza stessa dell’impresa.
ESPOSIZIONE DELL’INTERVENTO DEL CONSULENTE / SOLUZIONE
In questo contesto sfidante, il ruolo delle società di mediazione creditizia è diventato strategico per le PMI. Questi operatori professionali hanno il compito di colmare il divario tra le esigenze delle imprese e i criteri, sempre più rigidi, imposti dal sistema bancario. La consulenza qualificata consente di individuare soluzioni su misura e costruire un percorso sostenibile per l’ottenimento del credito.
Il primo passo è comprendere a fondo il funzionamento dei processi di valutazione del merito creditizio. Le società di mediazione supportano l’impresa nella raccolta, analisi e riorganizzazione dei dati economico-finanziari, garantendo che siano presentati in modo chiaro e coerente. Questo è fondamentale per migliorare la percezione di affidabilità da parte della banca.
Inoltre, il mediatore è in grado di selezionare gli istituti più adatti in base alla specificità dell’azienda, del settore e della finalità del finanziamento. Non tutte le banche hanno lo stesso grado di apertura verso le PMI o le start up. Conoscere gli orientamenti degli istituti e gli strumenti attivi permette di evitare richieste inefficaci e di indirizzare il cliente verso interlocutori realmente interessati.
Un altro vantaggio cruciale è l’accesso aggiornato alle agevolazioni pubbliche. I consulenti creditizi monitorano costantemente gli incentivi, le garanzie statali e le misure regionali, proponendo soluzioni che riducono il rischio per la banca e rendono il credito più accessibile. Questo include anche strumenti come i Confidi, fondamentali per la copertura parziale del rischio.
L’attività di mediazione è anche educativa: supporta l’imprenditore nel comprendere come funziona il rating finanziario, quali sono gli elementi chiave analizzati (flussi di cassa, livello di indebitamento, puntualità nei pagamenti, ecc.) e come migliorare la propria posizione nel tempo. Accompagnare un’impresa nel passaggio da “non finanziabile” a “finanziabile” significa agire in profondità sull’intera struttura aziendale, rafforzandone la sostenibilità.
Infine, la mediazione favorisce l’instaurarsi di relazioni bancarie più efficaci. Le aziende, guidate da professionisti, non si presentano in modo improvvisato, ma con un profilo chiaro e coerente. Questo migliora la comunicazione con gli istituti di credito, riduce i tempi di valutazione e aumenta le probabilità di successo nella richiesta di finanziamento.
CONCLUSIONI
In uno scenario di accesso al credito sempre più restrittivo, le imprese non possono affrontare da sole la sfida della finanziabilità. La dimensione aziendale non deve diventare una condanna. L’affiancamento di una società di mediazione creditizia permette di trasformare una condizione di svantaggio in un’opportunità di crescita.
Comprendere i criteri di merito creditizio, presentarsi in modo efficace e accedere agli strumenti di supporto esistenti può fare la differenza tra chi sopravvive e chi non ce la fa. In questo nuovo contesto, le PMI devono evolversi anche nella relazione con il sistema finanziario, affidandosi a professionisti in grado di navigare le regole del credito e tradurle in soluzioni concrete.
Il credito non è più una semplice richiesta, ma una costruzione consapevole e strutturata. Le imprese che sapranno adottare questo approccio avranno più chance di ottenere le risorse per innovare, crescere e restare competitive.