
La nostra società fortemente permeata dall’informatica evolve a ritmo incalzante. Nuovi strumenti sofisticati, si interpolano ad algoritmi sempre più complessi, trasformando l’uomo in un prodotto di consumo. Da un lato, i Big Data Centre accumulano conoscenza e potere; dall’altro, la maggior parte degli utenti resta inconsapevole. Quali sono i rischi a cui potremmo andare incontro se non si cercherà di fermare, circoscrivere, smembrare i colossi a capo di tale progetto di architettura globale? Proviamo insieme a fare una analisi per riportare l’uomo al centro.
Il futuro dei dati: connessione invisibile, potere tangibile
I dati continueranno a crescere in modo esponenziale grazie a tecnologie come l’IoT, l’intelligenza artificiale, i social network e la biometria. Questo flusso incessante darà vita a un tessuto invisibile che collegherà tutto: persone, oggetti, servizi, decisioni.
Ma questa connessione ha un costo nascosto. Molte informazioni personali vengono cedute inconsapevolmente in cambio di servizi apparentemente gratuiti. La monetizzazione dei dati è sempre più invisibile, e il controllo resta nelle mani di pochi attori.
Intelligenza Artificiale + Big Data = oligarchia cognitiva?
L’uso predittivo dei dati è già realtà: profilazione, scoring del credito, giustizia automatizzata, raccomandazioni personalizzate. L’AI non è neutra: è addestrata su dati raccolti da chi li possiede.
Questo crea un nuovo tipo di potere: chi controlla i dati, controlla l’AI. Chi controlla l’AI, ha potere sulla conoscenza. In altre parole: si sta formando una nuova oligarchia cognitiva in cui pochi soggetti privati decidono cosa è visibile, rilevante o vero.
Il rischio del “soft power digitale”
Le grandi potenze digitali (USA e Cina) dominano il mercato globale dei dati e delle piattaforme. Questo consente loro di esercitare un nuovo tipo di soft power: un’influenza culturale e cognitiva che non si impone, ma plasma silenziosamente abitudini, credenze e comportamenti.
L’Europa, pur dotata di una solida coscienza normativa (GDPR, Digital Services Act, AI Act), è priva di colossi tecnologici in grado di competere. Senza infrastrutture proprie, rischia di restare un regolatore senza sovranità digitale.
Soluzioni: decentralizzazione, trasparenza, educazione
Per contrastare questo scenario, servono azioni su più livelli:
- Progetti decentralizzati e open (come le AI open source) per ridurre la concentrazione di potere.
- Infrastrutture digitali europee sovrane, come il progetto Gaia-X, che devono diventare operative e competitive.
- Controlli indipendenti da parte di università, giornalismo investigativo, attivisti digitali.
- Investimento massiccio in educazione digitale, per rendere ogni cittadino un soggetto attivo e critico.
La manipolazione non passa solo dalla tecnologia, ma dall’ignoranza, dalla superficialità, dalle echo chamber e dalla mancanza di consapevolezza.
Il nostro ruolo: da utenti a cittadini digitali
Infine, ci siamo noi. Anche se non siamo tecnologi o giuristi, possiamo fare la nostra parte. Come?
- Informandoci con spirito critico.
- Condividendo contenuti affidabili.
- Sostenendo progetti trasparenti e decentralizzati.
- Facendo domande. Sempre.
Ogni click, ogni scelta online è un atto di fondamentale importanza.
La conoscenza va difesa, coltivata, distribuita.
Non basta essere connessi. Dobbiamo essere consapevoli.